Reggio, il mito incontra l’arte orafa e scultorea: inaugurata alla pinacoteca la mostra di Antonio Affidato
Nell’ambito del programma delle celebrazioni del 50esimo dei Bronzi di Riace, l’orafo e scultore crotonese, figlio del maetro Michele, espone sei opere bronzee ispirate a Gea, Medusa, Pitagora, Serse, Alcmeone e Phayllos
La primordiale dea della Terra, Gea, la gorgone Medusa, il filosofo e matematico Pitagora, il re persiano Serse e i crotonesi Alcmeone, medico e filosofo, e Phayllos, l’atleta e militare: ecco le sei opere bronzee che animano Rara Avis, la mostra di Antonio Affidato, figlio del maestro orafo crotonese Michele, che ha scelto la città di Reggio Calabria, in questo 50esimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, per avviare il suo viaggio espositivo.
Il talento diventa eccellenza, mentre l’arte orafa si fonde con quella scultorea plasmando un linguaggio antico e moderno al contempo e tessendo una storia di cui protagonisti sono il mito e la Magna Grecia. Ecco cosa evocano i sei volti bronzei di Antonio Affidato il cui percorso espositivo parte dalla città dello Stretto, con l’allestimento nella Pinacoteca civica in compagnia di capolavori del calibro de “Il ritorno del Figliol Prodigo” di Mattia Preti e le tavolette di Antonello da Messina “San Girolamo penitente” e “La visita dei tre angeli ad Abramo”, in questo momento in prestito alle Gallerie d’Italia di Napoli. Un tributo vibrante alle origini della nostra terra che, parafrasando la locuzione latina scelta per il titolo, si affida a personalità di rilievo dell’antichità e del mito che con la loro grandezza e autorevolezza ricordano soprattutto ai calabresi quelle radici spesso dimenticate.
Curata da Emanuele Bertucci, la mostra resterà visitabile fino al prossimo 9 settembre. Un’iniziativa frutto della collaborazione tra Comune, Città metropolitana di Reggio Calabria e l’orafo Michele Affidato, padre di Antonio, con il patrocinio del Leo Club 108ya e dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Essa rientra tra gli appuntamenti del programma per il 50esimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace.
«Oreficeria e scultura, due mondi paralleli e affini»
Il taglio del nastro, alla presenza di autorità e cittadinanza, ha preceduto la benedizione e la prima apertura al pubblico dell’esposizione dei sei “gioielli” bronzei, alcuni impreziositi da pietre, in cui oreficeria e scultura, i due grandi amori del giovane e appassionato Antonio Affidato, si incontrano per fondersi in un modo assolutamente unico.
«Per me è un onore poter esporre per la prima volta le sei opere bronzee qui a Reggio Calabria – ha commentato l’orafo e scultore Antonio Affidato – in un anno così importante come quello del 50esimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Esse sono frutto di una mia ricerca impregnata di mito e storia greca, applicata alla scultura gioiello. Un omaggio alla mia terra che ho voluto caratterizzare con una mia chiave di lettura, specie con riferimento a personalità di cui dal punto di vista iconografico a noi è pervenuto poco e di cui non abbiamo dei richiami figurativi compiuti. È un primo nucleo di opere ma la mia ricerca continua. Questo è l’inizio di un percorso che mi onoro di legare a questa Città e nel quale condenso i due mondi, paralleli ma molto vicini, nel quale sono immerso: l’oreficeria e la scultura. Lavorando il metallo, in questo caso il bronzo, un gioiello può essere ingrandito su scala e diventare una scultura, un monumento, un’architettura. Ecco come le due dimensioni si incontrano e rivelano una profonda affinità», ha raccontato ancora l’orafo e scultore Antonio Affidato.
«La Calabria, fonte di ispirazione delle nostre creazioni»
«L’ispirazione della nostra azienda – ha sottolineato il maestro Michele Affidato, padre di Antonio –ha sempre affondato le sue radici nelle nostre origini e sono fiero che mio figlio continui a raccontare la nostra storia e la storia di questa terra straordinaria che è la Calabria. Sono altrettanto fiero che lo faccia con queste opere da oggi esposte alla pinacoteca civica di Reggio Calabria, in quest’anno così importante, e in un modo così nuovo e personale. Mio figlio Antonio ha seguito le mie orme ma lo ha fatto, come aveva annunciato, con uno stile tutto suo, innovando la tradizione con la sua attività scultorea. Tanto tempo fa lui mi aveva detto: “Papà io ti seguirò, però vorrò fare qualcosa di diverso, di mio”. Così ha fatto. Ha studiato, si è formato e poi è tornato in Calabria, terra di grande storia e cultura e fonte di ispirazione per tutte le nostre creazioni. Ci onora portare in giro per il mondo questa Calabria con le nostre creazioni orafe e adesso anche scultoree», ha evidenziato il maestro Michele Affidato, padre di Antonio.
La sapienza dell’uso dei materiali e lo studio dei classici
Un appuntamento di grande rilievo al quale ha presenziato anche il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro di origini reggine, Nicola Gratteri.
«Un tocco davvero personale quello di Antonio Affidato – ha commentato Nicola Gratteri – che con la sua ricerca ha dato volti e forme a personalità di cui la storia antica ci tramanda poco e di cui sono più note le gesta, le abilità e le conoscenze. Sono dunque opere che nascono dall’incontro tra la sapienza dell’uso dei materiali tramandata dal padre, il maestro Michele, e dallo studio approfondito dei classici e dalla intensa attività di ricerca poi svolta da lui. Una testimonianza importante dei talenti e delle belle intelligenze che la nostra Calabria esprime. Quando si arriva a un tale livello di bellezza, certamente si segna un traguardo importante anche la promozione della cultura in questa terra; terra dallo straordinario potenziale ma anche dai mille limiti rappresentati da disorganizzazione e carenza di programmazione e lungimiranza politica», ha commentato ancora il procuratore capo di Catanzaro di origini reggine, Nicola Gratteri.
«Occasione preziosa per valorizzare il nostro patrimonio culturale»
«Ci ha subito entusiasmato la proposta di accogliere qui queste opere nell’ambito della nostra programmazione per il 50esimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Il tema della Magna greca e delle radici ci ha convinto subito come anche la passione di questo giovane figlio tornato nella sua terra, che è anche la nostra. Certamente Antonio Affidato ha un background familiare importante, che è quello di una prestigiosa tradizione orafa, ma questa tradizione, grazie alla sua interpretazione, si arricchisce di una forte connotazione personale data dalla ricerca e dallo studio che hanno preceduto e segnato la realizzazione di queste splendide opere», ha sottolineato l’assessora comunale alla Cultura di Reggio Calabria, Irene Calabrò.
«Siamo onorati di ospitare questa eccellenza e accogliere la proposta di un giovane tornato nella sua terra. Queste sei splendide opere incastonate nella nostra bella pinacoteca civica, costituiscono un valore aggiunto e qualificante del nostro patrimonio culturale. Si tratta di un’altra significativa iniziativa con cui abbiamo avviato il nostro programma per il 50esimo dei Bronzi di Riace. Siamo reduci dalla recente conferenza a Roma per la presentazione del programma alla Camera dei Deputati. Lì abbiamo sentito parlare dei Bronzi come di un prezioso patrimonio dell’intero Paese. Un momento bello in cui abbiamo superato l’incidente diplomatico con la Regione. La sinergia tra le istituzioni è fondamentale e noi siamo pronti per lavorare insieme e portare alla ribalta, come stiamo facendo stasera ospitando le opere di Antonio Affidato, l’immenso patrimonio di cui siamo custodi. Tutti insieme, dobbiamo parlare di meno e fare di più», ha commentato, infine, il sindaco ff del comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.
Fonte: ilreggino.it