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Olò ghiru tu Kròton - Storia e mitologia esposta al Museo Archeologico Nazionale di Crotone
Inaugurata nel pomeriggio di venerdì 17 marzo, all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, la mostra: “Rara Avis –
Olò ghiru tu Kròton”, dell’orafo-scultore Antonio Affidato. C’era grande attesa per questo evento, soprattutto dopo quanto
raccolto da Affidato nei mesi in cui le sue opere sono rimaste esposte all’interno della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria.
Pitagora, Milone, Hera Lacinia, Alcmeone, Serse, Phayllos, Medusa, Eracle e Gea, questi sono i nove protagonisti in bronzo a cui
Antonio Affidato ha voluto dare un volto. Un lavoro per nulla banale, quello di ricostruire immagini del passato che ha obbligato
l’orafo-scultore ad intraprendere anche studi di natura psicologica e storica per cercare di rappresentare figure di cui non si hanno
immagini. L’intera mostra, curata dall’Archeologo Francesco Cuteri, si pone l’intento di porre particolare attenzione alla storia
della città di Kroton, ma anche alla sua contestualizzazione all’interno del Mediterraneo, da qui il titolo “Olò ghiru tu Kròton”. Alle
opere precedentemente esposte, che hanno subìto qualche rivisitazione da parte di Affidato, ne sono state aggiunte tre nuove che
permettono di cogliere quell’evoluzione nel sentire e nel fare dell’artista. Pitagora, Milone ed Hera Lacinia rappresentano in larga
misura personaggi direttamente legati alla storia dell’antica città achea. Al taglio del nastro erano presenti autorità civili, militari e
religiose ma anche tanti personaggi di rilievo; Gregorio Aversa Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, Stefania
Argenti, Soprintendente Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Crotone e Catanzaro, il Prof. Gabriele Romeo
Docente all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e Torino, nonché Presidente AICA Italia (Associazione Internazionale dei
Critici d’Arte), lo storico, saggista e giornalista Giordano Bruno Guerri, il Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e la
Consigliera Regionale Katia Gentile. Ed ancora, il Sindaco f.f. di Reggio Calabria Carmelo Versace, accompagnato dell’assessore
Irene Calabrò, diversi sindaci del territorio tra i quali il Sindaco di Crotone Enzo Voce, di Cutro Antonio Ceraso, di Isola Capo
Rizzuto Maria Grazia Vittimberga, di San Mauro Marchesato Carmine Barbuto. Importante è stata, poi, la risposta del pubblico.
Oltre ai numerosi concittadini, erano presenti anche visitatori giunti da fuori regione, per poter ammirare le sculture in bronzo
dell’artista crotonese. Il Museo Archeologico di via Risorgimento, permetterà la visita ed esporrà le sculture in bronzo fino al
prossimo 30 giugno. Nel corso dei prossimi mesi, legati a questa esposizione, si svilupperanno diversi eventi culturali che
interesseranno non solo il territorio crotonese. “È una grandissima emozione ed un onore stare qui nella mia città con la mia gente
a questa mostra e nei luoghi che hanno dato inizio a tutto questo – ha detto Antonio Affidato – È nato tutto qui in questi luoghi, in
questa città, la mia ricerca ed ovviamente tutto quello che sono e che produco è legato a questa città. Faccio tutto questo perché
fondamentalmente sono ed appartengo a questo. Dietro Rara Avis, che vuole essere un contenitore di ricerca artistica anche di
studio di personaggi è una riscoperta di una storia di cui siamo tutti figli ed eredi”. “Questa mostra può essere di ispirazione per
creare dei modelli paralleli trasversali che possono dialogare tra loro, riconverti in una funzione significativa su quello che noi come
esseri umani abbiamo il dovere di rappresentare all’interno della società – ha affermato il Prof. Gabriele Romeo Docente
all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e Torino – L’uomo può trasformare l’arte in uno strumento educativo, in un modello
educativo ed è quello che, con queste opere, Antonio fa”. “Rara Avis, mostra che Antonio ha studiato ed amato quello che ha
studiato e riesce a trasformare in un’operazione che guarda al presente – ha detto Giordano Bruno Guerri – siamo qui ad ammirare
queste opere e stiamo parlando di futuro di come si evolverà l’arte e spero si evolverà in questa direzione di apprezzamento e
rielaborazione dei classici. Questa energia che nasce dal passato presa in pugno da un giovane è un’operazione notevole”. “L’artista
ha dimostrato grande capacità perché le opere si integrano benissimo con il contesto ed aiutano il racconto e sono un racconto in sé
stesso – ha spiegato il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Crotone Gregorio Aversa – Antonio Affidato si è comportato
come un artigiano dell’antichità. Fidia, il massimo artista mai conosciuto nella storia, era percepito come un grande artigiano ma
nel senso soprannaturale della cosa. Era colui che riusciva a creare da una materia che è inerte, quindi trasforma la materia e la
faceva diventare qualcosa di vitale; tutto questo lo si può apprezzare nelle opere di Affidato”.
Video e recensioni
Curatore della mostra Rara Avis – Olò ghiru tu Krotòn
Prof. Francesco Cuteri
Archeologo e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e Catanzaro
Critico d’arte Prof. Gabriele Romeo
Storico e Critico d’arte, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e Torino, Presidente AICA Italia (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte)
Recensioni
Antonio Affidato si è comportato
come un artigiano dell’antichità. Fidia, il massimo artista mai
conosciuto nella storia, era percepito come un grande artigiano
ma
nel senso soprannaturale della cosa. Era colui che riusciva a creare
da una materia che è inerte, quindi trasforma la materia e la
faceva diventare qualcosa di vitale; tutto questo lo si può
apprezzare nelle opere di Affidato
Nella narrazione di Antonio Affidato l'argilla si è fatta bronzo e il bronzo sensazioni, sentimenti, vissuto.
Con le sue creazioni l'artista ha avuto il coraggio di voltarsi indietro, e lo ha fatto in una realtà in cui, come spesse volte accade nelle città di antica memoria, non sempre, al di là delle etichette, il passato è visto come amico; anzi, è spesso considerato come un'ostacolo alle stravaganti idee di modernità. Si è voltato indietro per essere più consapevolmente cittadino di oggi, per raccontare con la sua arte anche le realtà più sfilacciate e messe alla prova dai frenetici ritmi della nostra epoca, possono resistere se hanno un'anima antica. Con questo modo di guardare le cose Antonio ha superato quella stessa dimensione, narrata da miti e leggende, secondo la quale a voltarsi indietro ci si espone al pericolo di trascurare quello che potremmo trovarci davanti. E' evidente, invece, che questo rivolge lo sguardo manifesta un profondo riconoscimento del valore di ciò che è stato; un consapevole desiderio di cancellare le impronte di chi ha preceduto. Antonio ha voluto abbracciare il passato e sopratutto quello della sua terra, della sua città, delle personali origini, per trarne energia e per mostrare, attraverso le creazioni che le sue mani, hanno saputo realizzare, che è possibile definire spazi identitari ma non selettivi e che l'orizzonte esiste e brilla come gli occhi dei suoi eroi. E con questa torsione verso ciò che è già accaduto, che è poi una ri-flessione, ha preso forma un nuovo modo di raccontare l'antico, evitando sapientemente quello che da altri è stata definita la"straziante sensazione di un déja vu". Anche nella difficile scelta di alcuni soggetti, come nel caso di Medusa, dove sono sempre in agguato i rischi di cadere nella rete/trappola delle interpretazioni formali.
Questa mostra può essere di ispirazione per creare dei modelli
paralleli trasversali che possono dialogare tra loro, riconverti in una
funzione significativa su quello che noi come esseri umani abbiamo
il dovere di rappresentare all'interno della società. L'uomo può
trasformare l'arte in uno strumento educativo, in un modello
educativo ed è quello che, con queste opere,Antonio fa.
Ciò che colpisce a un primo sguardo è la bellezza di queste opere, non posso che apprezzare la rivisitazione della storia in una interpretazione del presente, perchè queste opere sono nostre contemporanee non solo perchè sono fatte oggi ma anche perchè rispecchiano un gusto di oggi, guardano al futuro perchè sono fatte da un giovane affezionato alla sua terra e di cui ne capisce le potenzialità. Queste opere ci insegnano che la bellezza è eterna, che viene continuamente rivisitata, trasformata e resa attuale.
Antonio è un'esempio da seguire, bisogna andare contro le mode, è andato contro le mode, qualunque altro artista si sarebbe messo a fare cose astratte e ad inseguire sogni americani. Antonio ha trovato una sua strada, una strada che porta lontanissimo, perchè è una strada della riappropriazione dell'identità culturale della nostra terra, sono completamente ammirato e batto le mani ad Antonio Affidato.
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